
20 episodi

Viaggio nella Luna Viaggio nella Luna Crew
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- Film e TV
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5,0 • 7 valutazioni
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Ogni puntata tratta un argomento monografico riguardante la storia del Cinema. In studio conducono Marco Belemmi, Federico Minguzzi, Francesco Morosini, Alessandro Nunziata e Lorenzo Scappini.
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Beau ha paura, e anche noi non ce la passiamo molto bene
Thomas ha nuovamente deciso di spendere i suoi profumati guadagni andando al cinema, per conto di tutto lo staff di VnL, a vedere “Beau ha paura” terza monumentale opera di Ari Aster, regista che tutti noi abbiamo apprezzato per quei due grandi capolavori che sono “Hereditary” e “Midsommar“.Lo spettatore non deve mai dimenticare il titolo della pellicola mentre la guarda.“Beau ha paura”.Le paure di Beau, ovviamente interpretato magistralmente da quello che è uno dei migliori attori viventi (e di sempre) Joaquin Phoenix, sono quelle di un uomo schiavo di un attaccamento morboso, e ossessivo, da parte di una madre che ha contribuito ad accrescere la sua ansia sociale e ipocondria.Dalle battute iniziali del film ci viene fatto sapere che il nostro protagonista ha in programma un viaggio aereo, fissato per il giorno dopo, in quanto deve far visita alla madre, che vive in un altro stato.Dopo una notte burrascosa che lo costringe a poche ore di sonno, Beau si sveglia in ritardo.Uscendo di casa, con le chiavi infilate nella toppa e la valigia pronta, si trova costretto a rientrare una volta accortosi di aver dimenticato il filo interdentale.Bastano pochi secondi di assenza e ne della valigia, ne delle chiavi, vi è più traccia.Quelle che segueno sono tre ore assurde.Kafka, Polanski, Kaufman, questi sono i primi nomi a cui si pensa una volta finita la visione ma, soprattutto, Ari Aster.Aster (ormai confermatosi come uno dei maestri della cinematografia degli anni 2000) porta avanti la sua cifra stilistica, sia per la gestione della suspance, che per i tempi dilatati, la fotografia e i temi legati alla famiglia, all’amore e al lutto.Phoenix perfetto nei panni di un uomo dai tratti quasi infantili.La regia ci costringe a vedere il mondo con i suoi occhi, un mondo in cui niente è come sembra ed è tutto incredibilmente sospetto.Un rollercoaster di emozioni, situazioni grottesche, ansia e traumi che portano il protagonista ad affogare nei sue stessi sensi colpa.
Checco e Federico invece preferiscono la strada dei ricordi e ci parlano di due preziose perle della cinematografia che sta a voi scoprire nel podcast qui di seguito (un po’ di suspence la lasciamo anche noi). Buon Ascolto! -
Un gradito ritorno: Marco Gentili torna a trovarci
Ritorna nella redazione di Viaggio nella Luna il grande regista riminese Marco Gentili con il suo carico di umanità e ironia e non ce n’è veramente per nessuno. Due ore di fuoco di fila di domande e risposte, osservazioni, ragionamenti sullo stato del Cinema e sui suoi paradigmi più discussi e discutibili.
Ma anche tanti progetti personali di cui Marco ci parla, a cominciare dalla fondazione della Casa di Produzione Indipendente Moonpath Studios (clicca sul nome per visitare il sito), ai premi mietuti a livello internazionale dai sue due corti Neo-Gaia e soprattutto Over The Skyline, e tanti altri progetti che sobbollono in una pentola sempre più capiente.
Parlare con Marco è sempre un piacere, la filigrana della sua sensibilità estetica riveste ogni aspetto del Cinema e ci da la misura di un nuovo punto di vista da cui guardare la Settima Arte.
Non perdetevi quindi questo podcast in cui il cineasta romagnolo si racconta e ci racconta di questo rutilante mondo di celluloide che si cela dietro ognuno di noi. -
Free Talk torrenziale con Andrea Porti
Come un fiume in piena che travolge ogni cosa il nostro mitico Andrea Porti si è riversato negli studi di Radio Talpa ed ha eroicamente risposto al fuoco di fila di domande che la redazione di Viaggio nella Luna gli ha vomitato addosso. E così, tra un aneddoto e un “ti ricordi” si è ripercorsa la vita di questo attore nostro concittadino che ha avuto l’onore di lavorare con il grande Pupi Avati e altri ottimi registi fino ad arrivare alla sua ultima interpretazione: L’Orafo per la regia di Vincenzo Ricchiuto.
Ne abbiamo già diffusamente parlato di questa piccola perla del cinema indipendente ma è bene sottolineare l’inane sforzo che è stato messo in campo in anni di pandemia per produrre e realizzare un progetto come questo. La giovane casa di produzione Almost Famous (almostfamousproduction.it) di Riccione ha infatti sin da subito scommesso sulla bontà della sceneggiatura e si è tuffata con entusiasmo nel progetto.
Andrea ha ripercorso con garbo e ilarità il percorso che ha portato questo film a vedere finalmente la luce, grazie anche al distributore romano Minerva Pictures che ne ha curato la distribuzione all’estero e, si spera, presto anche in Italia.
Andrea ha poi parlato del suo modo di vivere il cinema, le sue aspirazioni, i suoi capisaldi, le sue ferme convinzioni, in un dialogo che è stato costantemente irrorato da ironia e malinconico disincanto.
Nell’ultima parte della trasmissione il granitico Thomas ci conduce nei meandri di John Wick 4, film di distruttiva forza iconografica, appena uscito nelle sale, e recensito con diligenza e un pizzico di follia dal buon Thomas.
Per scoprire il resto delle parole e dei sogni non vi rimane altro che cliccare sul tasto play sottostante e ascoltarvi il podcast della puntata. E buon cinema a tutti. -
Educazione Fisica, kammerspiel all'italica maniera
Dopo i proverbiali cinque secondi di paura, la puntata 16 di Viaggio nella Luna decolla dai blocchi di partenza, come sempre abusando delle ipovedenti ma magniloquenti frequenze di Radio Talpa’Z, che come Daredevil puniscono chi fa il male nei nostri confronti, ovvero quei nefasti geni che ogni volta ce la mettono tutta per sabotare la “trasmissione radiofonica di cinema che vi terrà divanamente incollati since 2013”.
La triade Minguzzi-Filippi-Morosini esordisce con un’imperdibile quanto estemporanea dissezione sui capi d’abbigliamento deputati all’asciugatura del corpo, manifestando peraltro un’idiosincrasia in relazione al nido d’ape e la microfibra, e soprattutto domandandosi quanto sia opportuno l’utilizzo di un accappatoio bagnaticcio sul corpo.
E dopo aver scoperto la correlazione tra Eva Green e la Francia grazie alla rubrica “CCSSiC” (Cose Che Sa Solo il Checco), la ciurma salta finalmente a bordo della Settima Arte cogliendo l’occasione per salutare Lance Reddick, attore scomparso il 17 marzo scorso che ultimamente un po’ tutti hanno avuto modo di vedere, poiché ha vestito i panni dell’irreprensibile quanto compunto concierge dell’Hotel Continental nella tetralogia dedicata a “John Wick”. Ma Reddick non è solo “John Wick”, l’attore, scomparso a 60 anni, ha partecipato a progetti sia cinematografici che televisivi, lo ricordiamo con piacere in “Don’t say a word”, “Paradiso perduto”, e ancora in serie tv come “Lost”, “Fringe”, “American Horror Story” e molto altro.
Dopo il doveroso saluto a Reddick, i tre iniziano una sana reprimenda sull’assegnazione di alcuni degli ultimi Academy Awards, concentrandosi soprattutto sull’ormai famoserrimo “Everything Everywhere all at once” del duo Kwan-Scheinert, impalmato con 7 statuette auree (che peraltro ha resuscitato dal coma cinematografico l’attore Ke Huy Quan, il celebre Data dei Goonies, che non partecipava un film dal 1992), a quanto pare è un film che scricchiola e non poco. Difatti sia l’eterno assente Alessandro Nunziata, che l’onnipresente Checco, hanno entrambi stoppato la visione del film dopo circa 45 minuti, indice che qualcosa non funziona proprio.Per il nostro Accademico Checco, “Everything Everywhere all at once” è un film che si incarta all’interno di meccanismi un po’ troppo complessi e forse mal spiegati, che producono una torrenziale ondata di noia prevaricante che neanche i combattimenti presenti riescono a mitigare.Dati i di cui sopra presupposti, la cricca a questo punto si interroga su quella che si può benissimo chiamare “Deriva degli Oscar”, poiché già da tempo si tendono a premiare prodotti della cinematografia non per la loro sostanza, bensì per l’organico di attori che vi hanno partecipato, perché fanno parte di una determinata “minoranza” oppure perché si affronta (male) una determinata tematica in quanto rappresentante un trend bollente al momento per fare cassetta. Meditate, gente, meditate…Detto questo, VnL non sputazza necessariamente su tutte le ignude statuette auree, difatti approva grandemente uno degli Oscar per migliore attore più telefonati di sempre, ovvero quello insignito a Brendan Fraser per “The Whale”, che negli ultimi anni ha condiviso lo stesso destino di Ke Huy Quan, rischiando di essere dimenticato dal mondo del cinema e, di conseguenza, dal pubblico, che con questo film ha avuto la sua possibilità di rivalsa. In ultimo, sopratutto Federico, fa i complimenti al tanto amato Guillermone del Toro per la Statuetta vinta per il suo “Pinocchio”, un autentico capolavoro in stop-motion che sarebbe stato criminale non premiare.
Accantonati gli Oscar, è Thomas prorompe nei nostri timpani parlandoci di “Educazione Fisica”, opera seconda del regista Stefano Cipani, già autore di “Mio fratello rincorre i dinosauri”, alle prese con una sceneggiatura scritta dai Fratelli D’Innocenzo, -
Anti Slap Society: una notte degli Oscar senza slapponi
E si arrivò a quella che il buon Minguzzi suole chiamare la puntata delle Ignude Statuette Auree. Impalati ai televisori, assonnati e zombescamente dormienti, ma in qualche modo vigili e presenti, i viaggiatori lunari si sono sottoposti a privazione del sonno per seguire la maratona notturna di questi Oscar 2023. In questa puntata che precede la cerimonia si passano in disamina tutte le nomination, si lanciano azzardate previsioni, si spifferano conturbanti voci di corridoio, si da la stura a tutta una serie di cattiverie a carattere metafisico sull’animo dei cineasti e degli attori impegnati nella kermesse. E mentre l’Academy veglia sulle nostre intorpidite coscienze, i viaggiatori lunari tentano di dirimerne il segreto disegno sotterraneo che ha portato a questa configurazione di nomi, di film, di anime e di uomini chiamati su un palco a vivificare, ancora una volta, il panteistico spettro della Settima Arte.
Già una prima occhiata alle nomination fa capire l’aria che tira, che aspira e traspira e si ritira:
Miglior film
Everything Everywhere All at Once, regia di Daniel Kwan e Daniel ScheinertAvatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water), regia di James CameronGli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), regia di Martin McDonaghElvis, regia di Baz LuhrmannNiente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues), regia di Edward BergerThe Fabelmans, regia di Steven SpielbergTár, regia di Todd FieldTop Gun: Maverick, regia di Joseph KosinskiTriangle of Sadness, regia di Ruben ÖstlundWomen Talking – Il diritto di scegliere (Women Talking), regia di Sarah Polley
Miglior regista
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at OnceMartin McDonagh – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)Steven Spielberg – The FabelmansTodd Field – TárRuben Östlund – Triangle of Sadness
Miglior attore protagonista
Brendan Fraser – The WhaleAustin Butler – ElvisColin Farrell – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)Paul Mescal – AftersunBill Nighy – Living
Miglior attrice protagonista
Michelle Yeoh – Everything Everywhere All at OnceCate Blanchett – TárAna de Armas – BlondeAndrea Riseborough – To LeslieMichelle Williams – The Fabelmans
Miglior attore non protagonista
Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at OnceBrendan Gleeson – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)Brian Tyree Henry – CausewayJudd Hirsch – The FabelmansBarry Keoghan – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Miglior attrice non protagonista
Jamie Lee Curtis – Everything Everywhere All at OnceAngela Bassett – Black Panther: Wakanda ForeverHong Chau – The WhaleKerry Condon – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)Stephanie Hsu – Everything Everywhere All at Once
Migliore sceneggiatura originale
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at OnceMartin McDonagh – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)Steven Spielberg e Tony Kushner – The FabelmansTodd Field – TárRuben Östlund – Triangle of Sadness
Migliore sceneggiatura non originale
Sarah Polley – Women Talking – Il diritto di scegliere (Women Talking)Edward Berger, Lesley Paterson e Ian Stokell – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)Rian Johnson – Gla... -
Sidney Sibilia e il suo frastagliato Mixed by Erry
Thomas ci parla di “Mixed by Erry“, ultima fatica del regista italiano Sydney Sibilia noto, ai più, per la sua trilogia di “Smetto quando voglio” (una sottospecie di Breaking Bad all’italiana).Dopo tre anni dall’uscita de “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, prodotto da Netflix, Sibilia torna al cinema per raccontarci la storia dei fratelli Frattasio che, negli anni 80, misero su un vero proprio impero rivedendo musicassette pirata in tutta Italia, tanto da diventare la prima etichetta discografia dal punto di vista delle vendite.Sibilia racconta fluidamente la storia vera di queste tre fratelli, ognuno con un carattere a sé, mettendo in mostra una pellicola che potrebbe tranquillamente girare nei circuiti europei e non rimanere rinchiusa nell’angusto panorama italiano dove, a causa di un pubblico un po troppo viziato, non li viene riconosciuto il suo effettivo valore.Finalmente un film di Sibilia maturo, con zero tempi morti e un esempio, dal punto di vista delle sceneggiatura, di come si narra una vicenda densa di avvenimenti senza risultare sbrigativo.
Tutto ciò si inserisce in un contesto elegiaco di pseudo rinascita del cinema italiano, nuova linfa scorre attraverso un canale collaudato che va dal produttore all’ultimo dei tecnici di set, nuove idee e nuove figure risorgono dalle ceneri di un tanto vituperato immobilismo, nuove perle risalgono la melma della più soffocante delle stagnazioni per portare luce in sala e sale nei popcorn.
Di tutto questo parla la puntata di viaggio nella luna odierna che voi, adorati fans, avrete cura di ascoltare in religioso e casto silenzio pigiando il tasto play nella raffigurazione iconica apposta in calce a questo breve articolo introduttivo. Buon ascolto.
Recensioni dei clienti
figata
ottimi film grandi risate bravo bella musica
Questo è il vero cinema
Ogni puntata monografica è uno spunto per (ri)scoprire il grande cinema! Gustoso.
Ottimo Podcast
Per chi come me ama il cinema una trasmissione da non perdere!