
11 episodi

Scelte Piano P
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- Istruzione
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4,7 • 11 valutazioni
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Un podcast di Valore D, scritto e condotto da Annalisa Monfreda e Montserrat Fernandez Blanco, e prodotto da Piano P, che racconta come le diversità di pensiero stiano riscrivendo le regole del mondo del lavoro. Un’evoluzione inarrestabile verso una nuova realtà, in cui la non conformità non sarà un problema da risolvere ma un valore aggiunto e ricercato, in cui generazioni diverse dialogheranno costantemente e in maniera costruttiva, in cui le idee imprenditoriali di chi oggi è ancora ai margini diventeranno i pilastri dell’economia di domani.
Dopo aver smontato, nella prima stagione, l’idea che esista un unico modo di interpretare la carriera Stem, nelle sette puntate della seconda stagione incontreremo persone con abilità, peso, religione, età, colore della pelle e orientamento di genere non conformi agli stereotipi dominanti. Le seguiremo nelle grandi sfide che ancora oggi affrontano quotidianamente, mosse da una visione del futuro che per loro è progetto presente. Sempre illuminato dalla fede nella diversità come chiave per rendere migliori la società e il mondo del lavoro.
Ha collaborato ai testi Debora Campanella.
Produzione e adattamento di Carlo Annese.
Editing audio di Giulia Pacchiarini.
Montaggio di Federico Caruso.
L'illustrazione della cover è di Marco Goran Romano.
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S2E3. Lara Lago: amare il proprio corpo, per i corpi di tutti
Lara Lago è tante cose: una giornalista di Sky, un’attivista per la body positivity, l’autrice di Il peso in avanti, un libro pubblicato nel 2023. A 39 anni porta avanti una battaglia che è partita dal suo corpo: noi, in maniera politicamente corretta lo definiamo “diverso e non conforme”, lei invece lo definisce grasso, rivendicando per questa parola la sua natura pulita di aggettivo, al pari di magro, alto, basso.
Poter usare questa e altre parole per il senso che hanno, potersi vestire e mostrare come vuole e come le piace sono una conquista della sua quotidianità, che Lara vorrebbe fosse di tutte le persone che hanno corpi diversi da quelli imposti come standard dalla società. È il risultato di un percorso iniziato da ragazzina, quando ha cominciato la prima dieta: una battaglia con se stessa durata decenni e conclusa andando a lavorare all’estero e scoprendo che il suo corpo e il suo modo di vestire non avevano importanza per gli altri.
Ancora oggi i corpi magri e la bellezza standard sono ritenuti strumenti utili, e talvolta necessari al fine del successo professionale. Le persone sovrappeso non solo devono subire un mondo pensato per i magri – dalla sanità ai vestiti – e talvolta gli attacchi diretti e gli insulti, ma sono anche penalizzate nel lavoro con stipendi più bassi e difficoltà maggiori nell’accesso ad alcuni tipi di impiego e nell’avanzamento di carriera. Ma oggi, sempre più spesso, le aziende si stanno organizzando per ovviare a questa situazione, anche con strumenti come gruppi d’ascolto e attività mirate. Con l’aiuto di attiviste della body positivity come Lara e le loro battaglie social. -
S2E2. Charity Dago: l’orgoglio delle proprie radici per rappresentare il mosaico di nuove identità
Charity Dago è una consulente d’immagine, italiana di origine nigeriana, fondatrice di Wariboko, la prima agenzia di talent afro-discendenti. È la perfetta rappresentante delle seconde generazioni: ragazzi e ragazze che devono imparare a conciliare le proprie radici culturali, coltivate tra le mura domestiche e all’interno delle proprie comunità, con quelle del Paese in cui sono nati e cresciuti.
Anche Charity ha cercato l’equilibrio tra questi due mondi, sentendo da adulta la necessità di abbracciare le sue radici e la sua identità nigeriana anche attraverso i capelli. Modella nel tempo libero, si è subito scontrata con un mondo dello spettacolo inclusivo ma in realtà per nulla attento a esigenze di persone come lei. Da qui la scoperta di una necessità condivisa da altri nella sua stessa situazione, e la consapevolezza di essere in grado di colmare questa mancanza.
Wariboko nasce proprio dall’esigenza di rappresentare gli afrodiscendenti, colmando il vuoto presente nel mercato artistico italiano. La direzione che Charity le ha dato, però, non è solo la tutela dei singoli, ma anche quella di contribuire a un cambiamento più ampio, che vada a toccare la società nella sua interezza. Perché vedere in tv, nelle pubblicità o al cinema una molteplicità di fattezze, significa contribuire a formare una coscienza collettiva in cui il diverso non sia più tale. In cui il diverso, alla fine, non esista più, ma esista solo una pluralità. -
S2E1. Gianrico e Giorgia Carofiglio: imparare l’arte del dialogo tra generazioni
Gianrico Carofiglio non avrebbe bisogno di presentazioni. Scrittore prolifico, ex magistrato, ex politico, ha fatto così tante cose nella sua vita che è davvero difficile sintetizzare tutto in poche righe.
Giorgia Carofiglio si è laureata in Teoria Politica a Londra e oggi collabora con diverse case editrici.
In questa chiacchierata a due voci, che prende spunto dal loro libro L’ora del caffè, pubblicato nel 2022, ci raccontano come sono arrivati ad avere un dialogo in cui si prova ad ascoltare davvero l’altro, non solo accogliendo le sue idee ma tentando di capirne presupposti e origini.
Comprendere chi ha esperienze e maturità diverse dalla propria, relazionarsi con l’autorità, che non è solo del ruolo ma anche dell’anzianità anagrafica, è da sempre una dinamica essenziale anche nei luoghi di lavoro. Oggi però la distanza tra generazioni sta diventando sempre più marcata, soprattutto se si parla di Baby Boomers e Generazione Z, i nati nel boom del dopoguerra e gli iperconnessi nati dopo il 2000. Un gap tecnologico e di connessioni social, un diverso modo di intendere il mondo e la possibilità di cambiarlo, di quale valore dare al lavoro nella propria vita e quali obiettivi raggiungere, che mette i due gruppi ai lati opposti della stanza.
Per questo sta diventando sempre più fondamentale l'intelligenza generazionale, ovvero la capacità di comprendere e accettare il punto di vista dell’altro, consapevoli della sua diversa visione del mondo, e di sapere utilizzare quelle informazioni per collaborare meglio, accorciando le distanze e traendo il meglio da tutte le parti sedute allo stesso tavolo. -
S1E8. Cristiana Scelza: le STEM sono la chiave che apre tutte le porte
Cristiana Scelza è una chimica che ha fatto una carriera strabiliante all’interno di Prysmian Group, specializzato nella produzione di cavi e fibre ottiche per i settori dell’energia e delle telecomunicazioni. Oggi è Country Manager Prysmian Olanda e da giugno 2022 è la presidente di Valore D.
Le Stem sono una scelta che ha fatto per amore: una cotta giovanile, che ha trasformato la decisione su quali studi intraprendere in una sorta di lancio di dadi. Ma gli studi tecnici e scientifici diventati presto la rete di sicurezza: la chiave che apriva tutte le porte. Quello che scopre Cristiana è che sì, gli studi Stem ti proiettano dentro un mondo del lavoro che è stato maschile da sempre, ma ti danno anche la chiave per superare le discriminazioni che incontrerai lungo il percorso.
«Questa è la forza della parte tecnica, la forza della parte Stem che continuiamo a sottovalutare», dice in questo episodio. «Il fatto di avere un linguaggio comune spesso annulla le differenze di genere. C'è un linguaggio, uno solo e non esiste più l'uomo e la donna. Esistiamo noi che risolviamo un problema tecnico». -
S1E7. Teresa Fornaro: la scelta di essere madri e scienziate
Teresa Fornaro è una sorta di detective spaziale. Il suo lavoro è cercare tracce di vita passata su Marte. È la prima italiana scelta dalla Nasa per guidare un gruppo che analizza i dati di Perseverance, la sonda che si è posata sul pianeta rosso a febbraio del 2021.
E siccome questa ricerca l’ha iniziata un mese dopo aver dato alla luce i suoi due gemelli, con lei riprendiamo un grande tema lanciato nella prima puntata di Scelte da Elvina Finzi: una volta che avremo convinto le bambine, le adolescenti, le donne che hanno le stesse possibilità dei ragazzi di intraprendere un percorso scientifico e tecnologico, che mondo del lavoro si troveranno davanti? Avranno davvero le stesse possibilità di riuscire dei loro colleghi maschi?
Le difficoltà che incontra Teresa, in quanto donna e madre, non nascono da un pregiudizio consapevole del mondo scientifico nei suoi confronti. Tutt’altro. Il processo di selezione della Nasa avviene mentre lei è incinta. A contare sono gli studi, le competenze, in una parola: il merito. Dopo la nascita dei figli, però, Teresa si confronta con difficoltà oggettive, che vengono conferma dall’indagine che Valore D ha condotto su oltre 7mila donne di 61 aziende: è più difficile per le donne con ruolo STEM conciliare vita privata e lavorativa, soprattutto nella fase in cui si sta costruendo la carriera.
È fondamentale che ci siano politiche di sostegno della maternità. Ma è fondamentale che queste politiche promuovano allo stesso modo il coinvolgimento degli uomini nella cura. La vera rivoluzione si avrà quando il mondo della ricerca scientifica garantirà a uomini e donne di essere naturalmente anche padri e madri. -
S1E6. Arianna Muti: l'incontro con le STEM dopo un percorso umanistico
Arianna Muti è la 27enne che ha sviluppato il primo algoritmo in grado di rilevare i tweet che contengono messaggi d’odio nei confronti delle donne. Oggi sta perfezionando quell’algoritmo con un dottorato di ricerca in linguistica computazionale. Una disciplina STEM a cui è arrivata dopo un percorso interamente umanistico. A farle cambiare strada, un piccolo fallimento con la lingua tedesca e la scoperta casuale di un campo di studi che l’appassiona.
Esistono molti incroci possibili tra lauree umanistiche e scientifiche. Ma per scoprirli bisogna coltivare la curiosità, seguire tutti i sentieri delle proprie passioni e magari cimentarsi con materie di cui non abbiamo mai sentito parlare nei percorsi che abbiamo scelto. È così che Arianna ha scoperto il suo daimon, la sua vocazione.
Eppure, a dispetto dei successi ottenuti, l’avere intrapreso una carriera nel mondo informatico, arrivando da una laurea in Lingue, porta Arianna a soffrire della Sindrome dell’impostore. Secondo Sandi Mann, autrice di un libro sull’argomento, la Sindrome dell’impostore è la discrepanza tra gli ottimi risultati ottenuti e la convinzione di non esserne all’altezza. Ma il fatto che si chiami sindrome non ci deve far credere che vada necessariamente curata. L'insicurezza, insomma, può essere una leva di miglioramento e di confronto con i colleghi. Ed è quello che diventa per Arianna, una volta che ha imparato a non lasciarsene sopraffare.