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Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.

Laser RSI - Radiotelevisione svizzera

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Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.

    Bruno Bozzetto

    Bruno Bozzetto

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    Bruno Bozzetto, classe 1938, con una carriera lunga sessant’anni, è un animatore, sceneggiatore e regista noto anche per il suo umorismo satirico e il suo stile distintivo. Autore di film animati di successo, non nasconde il suo amore verso la natura e gli animali.
    Il suo ultimo cortometraggio si intitola “Sapiens?” e tratta il tema dell’uomo distruttivo verso la natura, che maltratta gli animali ed è continuamente confrontato con la guerra. Ma dove si può ritrovare la sapienza dell’uomo? Gli unici rimedi per sopperire all’umanità che fa danni sono – ha detto Bruno Bozzetto a Lina Simoneschi Finocchiaro che lo ha intervistato - l’educazione la cultura. E se gli chiedi come si descriverebbe in due parole, la sua risposta è: Il signor Bozzetto è un uomo curioso, e la curiosità mantiene giovani.
    Prima emissione: 18 gennaio 2024

    • 27 min
    Scrittura operaia

    Scrittura operaia

    A partire dagli anni ’90, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si era diffusa un po’ ovunque l’idea che la classe operaia fosse definitivamente morta. Molti intellettuali hanno prodotto articoli, libri e ricerche sostenendo che il peso della “working class” nella società europea si era notevolmente ridotto, diventando una forza irrilevante, o avesse addirittura cessato di esistere.Ma in anni recenti il concetto stesso di fabbrica si è esteso ovunque. Le città sono percorse ormai da un esercito di trasportatori, rider, camerieri, badanti, impiegati delle pulizie, telefoniste dei call center. Ma anche insegnanti, segretari, correttori di bozze, infermieri, che si trovano spesso a sopravvivere grazie a uno stipendio precario. Un mondo che ha ritrovato a poco a poco anche una sua rappresentazione attraverso la cultura. In un’epoca in cui l’industria tradizionale è stata in parte soppiantata dalla delocalizzazione e da nuove forme di sfruttamento, la letteratura operaia che aveva avuto grande successo tra gli anni ‘50 e ‘80 del XX secolo, ha trovato nuova linfa vitale, iniziando a essere definita come tale anche dalle riviste culturali specializzate, e la classe operaia ha cominciato a riprendere forza nell’immaginario collettivo. A confermarcelo è stata la seconda edizione del festival di letteratura working class, una rassegna che si è svolta agli inizi di aprile alle porte di Firenze e ha avuto un successo straordinario, con cinquemila partecipanti e cinquanta relatori da sette paesi diversi.

    • 25 min
    La Svizzera così vicina e così lontana

    La Svizzera così vicina e così lontana

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    La relazione tra Italia e Svizzera è un intricato intreccio di prossimità geografica e differenze culturali che rende questi due paesi vicini e, allo stesso tempo, distanti sotto molteplici aspetti. Tuttavia, nonostante questa prossimità geografica e la condivisione di alcune caratteristiche culturali, i due paesi sono distinti per lingua, storia, tradizioni e strutture politiche ed economiche.
    In questo spazio di Laser, vogliamo esplorare le differenze e le similitudini tra Italia e Svizzera, analizzando come questi due mondi -così vicini e così lontani - si intersecano e si distinguono l’uno dall’altro.
    Lo facciamo con un ospite speciale: Ferruccio De Bortoli. Fra i migliori giornalisti italiani, già direttore del Corriere della Sera di cui oggi è editorialista e presidente del Consiglio di Fondazione è anche scrittore ed editorialista del Corriere del Ticino.  
    Fra i suoi libri segnaliamo Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo, La Nave di Teseo, 2017. Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica, Collana Saggi Garzanti.
    E ( scritto con Salvatore Rossi) La ragione e il buonsenso. Conversazione patriottica sull’Italia, Il Mulino, 2020. Le cose che non ci diciamo e non ci diciamo (fino in fondo), Collana Saggi Garzanti, 2020.
    Prima emissione: 5 marzo 2024

    • 27 min
    La notte dei pupazzi bianchi

    La notte dei pupazzi bianchi

    Nell’Oblast di Donetsk, uno dei fronti più caldi dall’inizio del conflitto ucraino, l’esercito russo è all’attacco ovunque, mentre i soldati ucraini, che soffrono per la scarsità di munizioni dovuta agli enormi ritardi nell’invio di aiuti da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, e soprattutto di uomini, tentano disperatamente di mantenere le posizioni. A cambiare il volto dell’ultimo anno di guerra, in Ucraina, è il larghissimo impiego, su entrambi i fronti, di droni FPV (First Person View) non più utilizzati solo per attività di ricognizione ma come arma di guerra. Un’arma estremamente versatile ed efficace, poco costosa e dagli effetti devastanti, che ha modificato profondamente le tattiche di guerra e ha un impatto psicologico enorme sui soldati.

    • 27 min
    La città dei 15 minuti

    La città dei 15 minuti

    È considerato uno dei massimi pensatori contemporanei. La sua visione della città del presente e del futuro, a misura di abitante, è studiata in tutto il mondo e trova già alcune applicazioni, soprattutto in città che vedono tra le priorità offerte ai cittadini l’innovazione e la qualità della vita.
    Il Prof. Carlos Moreno si è distinto con l’idea della città dei 15 minuti alla COP di Parigi 2015 e da allora il suo progetto è entrato in programmi elettorali (ad esempio a Parigi con la sindaca Anne Hidalgo) o nelle amministrazioni locali (Melbourne sta attuando il progetto “il vicinato entro 20 minuti”), ma nelle aule universitarie, la modifica nello studio su come disegnare la città è da tempo una realtà.
    “Il diritto alla città significa vivere in città” sostiene Moreno, che propone anche un ruolo attivo dei cittadini. In una realtà dove l’individualismo è realtà, il benessere collettivo passa anche dalla consapevolezza che a disegnare la città non sono solo gli urbanisti ma anche chi la città la abita e la rende viva.

    • 27 min
    Non è un paese per poveri (2./2)

    Non è un paese per poveri (2./2)

    Il 25 aprile inizia a Venezia l’esperimento per introdurre un ticket d’ingresso alla città. Il nome ufficiale è «contributo unico di accesso» e applicato quest’anno per una trentina di giornate tra aprile e luglio dovrebbe servire a meglio gestire il numero esorbitante di turisti che in alcuni periodi particolarmente critici si riversano in città. Le cifre più catastrofiche parlano di punte di 120 mila presenze giornaliere, mentre la capacità di carico studiata in un recente studio dall’Università Ca’ Foscari sarebbe di 52 mila visitatori al giorno.  
    Delle difficoltà della città di affrontare un numero così alto di turisti e delle possibilità di affrontarlo si parla da almeno trent’anni, passando dal numero chiuso, all’obbligo di prenotare l’accesso, a una tassa da versare. Mille soluzioni diverse tutte naufragate di fronte alla difficoltà non solo di rendere efficaci tali soluzioni, ma anche di applicarle. Il turismo fa parte della vita di Venezia fin dal medioevo come ne fanno parte da sempre l’apertura al resto del mondo e gli scambi commerciali e culturali. Scambi che ne hanno caratterizzato la storia e la ricchezza. Ma che al calo demografico sempre più accentuato dei residenti e della contemporanea presenza sempre più massiccia di turisti in movimento come in un luna park da un’attrazione all’altra, hanno mutato il volto di una città un tempo ricca di artigiani e commerci locali in una sequela di fast food e negozi di paccottiglia.
    In questo reportage realizzato tra le calli e i campi di Venezia raccogliendo le voci di cittadini, professionisti e associazioni impegnate nella promozione di una vita della città alternativa al turismo Laser racconta l’impatto dell’iperturismo sulla città e la ricerca di vie alternative di immaginarne il futuro.

    • 27 min

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